Il 24 Novembre 2018 è stata consacrata in Kissi Town la nuova Chiesa dedicate a Cristo Re.

 

Si parte da lontano per arrivare a questo giorno di festa e si parte da storie di lutto, di incredibile sofferenza e malvagità.

 

La seconda guerra mondiale è passata ed ha lasciato sul posto un grande aeroporto militare delle forze armate inglesi.

 

L’aeroporto è abbandonato ed è qui che viene deciso di dirottare i primi rifugiati liberiani quando nel 1989 i ribelli diedero il via alla loro azione violenta di distruzione e morte. Tra questi primi rifugiati c’erano anche dei cristiani cattolici che si diedero da fare per costruire un luogo di culto. E nacque il primo luogo di culto ancora senza nome. Una chiesa povera, una capanna per una comunità ricca di fede. Alla pochezza della chiesa faceva da contraltare la ricchezza incredibile di fede e di carità di questa comunità scappata di casa, priva di ogni mezzo che confidava in Dio e soprattutto nella protezione della Vergine Maria. La recita del rosario era allora quotidiana in questa chiesa.

 

Ma la stessa guerra violenta e barbarica scoppia anche in Sierra Leone nel 1992. I ribelli passano e la chiesa viene distrutta. Sarà ricostruita nel 1994 e dedicata Cristo Re, il nome che mantiene a tutt’oggi.

 

Distrutta nuovamente nel 1995 sempre dai ribelli, ricostruita nel 1996, diventa luogo di preghiera e di incontro per i cattolici del campo rifugiati che trovano nella presenza dei Padri Giuseppini di Kissy Town la loro guida spirituale. Padre Giambattista Nicolato prima e Padre Maurizio Boa poi, fino ad oggi.

 

Nel 1999 la barbarica invasione di Freetown con morti, amputazioni, incendi, devastazioni ovunque…un terribile momento di terrore che ha attraversato tutta la nazione e che sarà ricordato negli anni a venire.

 

La chiesa vandalizzata sarà riparata alla meglio e ricostruita della fondamenta nel 2003 con blocchi cotti al sole e cemento, durerà fino al 2016, poi il tetto diventa pericolante e soprattutto è ormai troppo piccola per contenere la crescente comunità cattolica.

 

E si decide la nuova chiesa.

 

Kissi Town è ora un villaggio permanente con circa 20.000 abitanti e circondato da tanti piccoli villaggi che formano il centro di Waterloo. Scomparse le tende e la capanne sono sorte case in muratura e si intravede un possibile sviluppo economico e sociale. La gente è sempre quella: amputati, ciechi, poliomielitici e poveri, soprattutto poveri che ogni giorno devono darsi da fare per il cibo quotidiani. E bambini, una marea incredibile di bambini e giovani. Posto ideale per l’apostolato giuseppino.

 

E ora Kissi Town è arricchito dalla presenza di questa bella chiesa.

 

L’ho costruita in memoria di mio padre e mia madre che mi hanno insegnato a vivere la fede nel sevizio della carità.

 

Doveva essere iniziata nel 2014 ma è venuta prima ebola con il suo bagaglio di morte e di necessità contingenti e immediate. Questa comunità cristiana si fa tutt’ora carico di 59 orfani di ebola e della vedove.

 

E abbiamo rimandato, ma infine eccola, ce l’abbiamo fatta.

 

E’ piacevole, luminosa, capiente.

 

Al suo interno la cappella eucaristica che dovrà diventare il centro propulsivo della nostra vita di fede e di carità.

 

Qualcuno dirà: hai fatto la chiesa, ora fai i cristiani!!! I cristiani sono venuti prima e nella loro povertà sanno testimoniare ogni giorno una fede impastata di carità e preghiera. Le nostre messe lunghe e partecipate, le nostre interminabili assemblee, dove di discute di tutto e di niente, ma da cui si esce più famiglia, più coinvolti nei problemi altrui, ci dicono che la nostra decisione di seguire Cristo, la nostra preghiera, il nostro canto vuol diventare vita quotidiana. I have decided to follow Jesus…

 

 

 

 

 

      

 

 

 

 

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